Vacanza. Una parola, tante aspettative. Momento da tanti sognato dopo un lungo anno di lavoro. Miraggio per chi in questo momento preferirebbe un lavoro alla vacanza.
Vacanza = partire, andare, girare, fare cose diverse, nuove, vedere, mangiare, abbronzarsi, leggere un libro, risolvere cruciverba e rebus, andare in crociera, vedere gente nuova senza conoscerla, incrociare culture diverse senza capirle, riempirsi occhi e bocca di nomi di musei, monumenti, quadri, palazzi e dimenticarli nel giro di sei mesi, decollare e atterrare senza terre di mezzo, ubriacarsi di notti e cieli stellati, ubriacarsi di emozioni temporanee, ubriacarsi di ouzo e vodka, fare bagagli e disfare valigie, disfare letti e fare ricordi, fare indigestione di visioni e cibi sconosciuti. La vacanza è da riempire di colori, suoni, persone, emozioni, sensazioni, mani, parole, immagini, fotografie, volti, sapori e odori. E si torna più stanchi di quando si è partiti.
Eppure se pensiamo al significato di questa parola, che deriva dal latino vacuum, vuoto, la vacanza più che essere per forza riempita di tutto e di più dovrebbe essere un momento di vuoto, di sospensione di attività e giudizi, di un momento di riposo per il corpo e per la mente. Un momento che può durare il tempo di un weekend oppure l'arco di un mese. Un momento della propria vita che allenta tensioni e rallenta le stagioni, in cui corpo, mente, cuore e spirito dovrebbero ritrovare la propria unicità e la propria armonia.
Nel silenzio non nella frenesia. Nell'otium e non nell'actus.
L'ozio, che concede spazio ai pensieri, è una ricchezza che non conosciamo più. E' uno spazio di vuoto temporaneo che predispone alla maturazione di idee, pensieri e azioni future. E' uno spazio che non concediamo più nemmeno ai bambini. Eppure è da quel momento di vuoto che spesso sorgono le più grandi intuizioni (non è una leggenda che la teoria della gravitazione universale di Newton: «avvenne mentre sedeva in contemplazione, a causa della caduta di una mela»-Royal Society britannica).
Concediamo un po' di otium alle nostre sinapsi e queste lavoreranno da sole per noi per trovare soluzioni inaspettate a problemi complessi.
In questo senso, cerchiamo un bell'albero di mele, grande, ombroso e carico di frutti, sotto al quale invitare i nostri governanti a oziare! E auguriamo loro davvero Buone Vacanze con la speranza che una mela di giusta maturazione e consistenza cada sulla testa di uno di loro risvegliando coscienza e idee per affrontare e risolvere i problemi e riuscire a ritrovare il centro gravitazionale perduto!