Mi sento così stretta fra le pareti di una sola casa che cerco (e creo) nuovi spazi in ogni momento della vita.
Spazi della mente, spazi per le cose, spazi per le emozioni.
E' strano perchè al di fuori del nostro corpo, tutto è spazio. Ma non basta mai. Più ne abbiamo più ne occupiamo.
E'
strano perchè lo spazio più immenso è forse proprio quello rinchiuso
dentro il nostro corpo, dentro ai nostri pensieri, dentro la nostra
anima.
Solo
col pensiero si possono imaginare spazi infiniti, solo con un gesto
continuo, sinuoso e dolce possiamo esprimere sulla carta il simbolo
dell'infinito. Racchiuso in un piccolissimo spazio. Quello dell'otto
rovesciato, quello della nostre impercettibili piccola ma infinite
sinapsi.
E
allora eccomi a cercare uno spazio virtuale dove condividere libertà
dalla necessità. Libertà dalla necessità di spazi fisici dove
interruzioni e gravità della vita impediscono il lento fluire dei
pensieri. Libertà dalla necessità di alzare la voce per farsi ascoltare.
Libertà dalla necessità di andare, venire, dire, fare, disfare,
baciare, lettera, testamento.
Ho
scelto uno sfondo con un interno desueto per questo posto dove chiacchierare, un posto
fuori dagli estremi della tecnologia, un posto che è un po' il luogo
dell'anima. Poltrona vecchia, ma comoda per sedersi e riposare. Telefono
con il filo, analogico, attaccatto alla parete che ci costringe a
posizioni scomode e che consente pensieri e parole meno vacue di quelle
che oggi tutti noi consumiamo al cellulare. Pareti scrostate dal tempo, come rughe su un volto vissuto. Televisione in bianco e nero
per aiutarci a sognare e immaginare colori sgargianti di realtà diverse
dalla nostra. Quadri un po' storti ma veri appesi alle pareti con
ritratti e foto sbiadite che ingialliscono e invecchiano con noi e ci
costringono ogni giorno a guardarle per ricordare, non come le foto
digitali che scattiamo in ogni istante e che a migliaia giacciono senza
storia fra i circuiti elettronici dei nostri pc.
Ecco
lo spazio che voglio. Quello della tranquillità dove fare due parole
sia un piacere e non un dovere, dove arricchire e nutrire le idee sia
più che esprimerle.
Qui c'è spazio.
Nessun commento:
Posta un commento